Miracoli dal cielo by Christy Wilson Beam

Miracoli dal cielo by Christy Wilson Beam

autore:Christy Wilson Beam [Beam, Christy Wilson]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Biography & Autobiography
ISBN: 9788858515907
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2016-10-24T22:00:00+00:00


Capitolo 7

Ho cercato il Signore e lui mi ha risposto

e mi ha liberato da tutte le mie paure

SALMI 34,4

Appena Mike posò i piedi per terra Anna gli fu tolta dalle braccia e adagiata su una barella, poi i paramedici cominciarono a valutare le sue condizioni. Lei sorrise felice quando io e Kevin la raggiungemmo, ma avevamo paura di abbracciarla. In ogni caso riuscimmo ad avvicinarci solo quel tanto che bastava per accarezzarle il viso per un attimo e poi una gamba mentre le ripetevamo incessantemente: «Siamo qui, Anna. Siamo qui. Ti vogliamo bene».

«Papà,» disse lei «ho perso la tua torcia. Mi spiace.»

Kevin si mise a ridere. «Non c’è problema, tesoro, non c’è problema. Non m’importa.»

Dopo un’attesa così lunga, dopo l’estrema lentezza del salvataggio di Anna, improvvisamente l’attività attorno a lei diventò frenetica. Chi le stabilizzava il collo e la testa, chi la legava alla barella, chi controllava i suoi parametri vitali. Poi la barella venne trasportata verso l’elicottero.

Correndo dietro i paramedici, cercai di comprendere i pezzi di dialoghi che si stavano svolgendo con l’aiuto delle radio ricetrasmittenti.

«Unità di traumatologia… stiamo preparando la sala operatoria… possibili lesioni alla colonna vertebrale…»

«… grave distensione addominale… potrebbe trattarsi di rottura della milza…»

«…stiamo per partire… decolliamo fra circa novanta secondi…»

«L’addome è gravemente disteso e duro. Anna, ti fa male quando premo qui?»

«Sì.»

«In quali altri punti hai male? Puoi farmi vedere?»

«Un po’ dappertutto…»

Mentre ci avvicinavamo all’elicottero qualcuno ci si mise davanti e disse: «Mamma e papà. Uno di voi due deve venire con noi. Uno solo».

Ci guardammo e ci capimmo al volo, anche senza parlare. Vidi dall’espressione di Kevin che non voleva perdere di vista Anna – non voleva mai più perderla di vista – ma sapeva che all’ospedale lei avrebbe voluto la sua mamma. Lui vide dalla mia espressione che avevo bisogno di esserle accanto, ma che mi dispiaceva tantissimo lasciare Abbie e Adelynn, che avevano appena vissuto un’esperienza molto traumatica.

Prendemmo una decisione senza dire neppure una parola e dopo un solo attimo d’esitazione.

«Vado io» dissi.

Kevin annuì. «Okay. Ci vediamo là.»

Mentre l’infermiera preparava Anna per il decollo, il paramedico mi prese per il gomito e mi fece salire nell’abitacolo accanto al pilota, dandomi rapidamente istruzioni mentre mi allacciava la cintura di sicurezza.

«Signora, non tocchi niente, okay? È molto importante. Non tocchi nessuno dei pulsanti o delle manopole. Quando atterriamo aspetti che io venga a prenderla. Resti lì dov’è finché non l’aiutiamo a scendere, okay? Mi ha capito, signora?»

«Sì» dissi. «Sì, ho capito.»

«Ecco la sua cuffia.» Mi mise sulla testa una cuffia molto pesante e sistemò il microfono accanto alla mia guancia. «Potrà sentire tutto. Potrà sentire Anna, e sua figlia potrà sentire lei, se le parla. L’infermiera è lì con lei.» Prima di chiudere il portellone sorrise e disse: «Non si preoccupi, atterreremo prestissimo».

Annuii, circondata dal rumore delle pale dell’elicottero, dal gracchiare delle radio nella cuffia e dal pulsare del sangue nelle mie tempie. Il pilota comunicò l’ora stimata di arrivo all’unità di traumatologia dell’ospedale e all’infermiera e al paramedico che erano dietro di noi, e loro comunicarono con lui.



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